Basilica > Interno > Cappella del nome di Gesù
Al vertice dell’arco, sulla navata, lo stemma con la sigla SNDB (Sit Nomen Domini Benedictum) ricorda che era lacappella della Scuola del Nome di Gesù, eretta nel 1563. In origine gotica, nel 1639 è stata portata all’attuale forma barocca.
Il soffitto è a stucchi bianchi e neri con pitture di Giovanni Battista Lorenzetti, raffiguranti Gesù Salvatore e tre personaggi dell’Antico Testamento che avevano tale nome, e precisamente: a sinistra, l’autore dell’Ecclesiastico (Jesus filius Syrac), a destra il primo Gran sacerdote dopo la schiavitù babilonese (Jesus filius Josedech) e, verso l’entrata, il grande condottiero (Jesus Nave).
Sull’altare: La Crocifissione e La Maddalena di Pietro Liberi († 1687). Alle pareti laterali: La Circoncisione e Il Battesimo di Gesù di Pietro de Mera, detto il Fiammingo (fine del ’500, inizio del ’600). Il ravennate Matteo Ingoliha dipinto la parte superiore delle due tele: gli angeli musicanti e l’Eterno. Sull’altare, l’urna in vetro, conserva i resti mortali del Beato Giacomo Salomoni (1231-1314), domenicano, figlio dell’attiguo convento, invocato contro i tumori.
Uscendo, sul pavimento di fronte alla Cappella del Beato Giacomo Salomoni, la tomba del decemviro Alvise o Ludovico Diedo, che nel 1453 salvò la flotta veneziana a Costantinopoli. È un capolavoro dell’arte a niello, definito dal Canova “un vero gioiello d’arte”.